Sebastiano Zappalà
NASCITA DI ORLANDO
Storia dei Paladini di Francia
Anni Venti del Novecento.
Tempera su carta da imballaggio; 1,77 x 1,25 m
inv. D 1680
Berta, sorella di Carlo Magno, si innamora di Milone, generale in capo degli eserciti francesi. Gli amanti, osteggiati dall'imperatore, fuggono e si sposano. Carlo li condanna all'esilio. Imbarcatisi, i due vengono separati. Il capitano della nave Raimondo il calabrese rapisce Berta per possederla e la conduce a forza su una scialuppa, mentre Milone viene assaltato da tutta la ciurma.
Milone fa strage dei marinai, ma, perduta Berta, si getta in mare per suicidarsi. Verrà salvato dalla maga Giliana di Spagna e poi si assolderà come mercenario nell'esercito dell'imperatore Agolante di Biserta.
Berta sulla barca uccide il Calabrese e, recando in grembo Orlando, frutto dei suoi amori con Milone, approda in Italia, presso Sutri, dove viene pietosamente accolta da un pastore. In una grotta dà alla luce Orlando, che nasce Povero come Gesù.
Di notte, mentre il neonato giace sulla paglia, scendono all'interno della grotta San Giorgio cavaliere, circonfuso di gloria, e due fate madrine. Essi recano al neonato i doni che faranno di lui l'invincibile difensore della Cristianità.
San Giorgio colpisce con la lancia il tallone destro del bimbo, facendone sgorgare sangue: lo rende così invulnerabile eccetto che in quella parte del corpo.
Una delle fate dona al bambino una forza invincibile; l'altra la virtù per la quale chiunque contrasterà con Orlando oltre tre giorni e tre notti sarà destinato a esserne vinto e ucciso.
Mentre avvengono questi fatti straordinari, tutti dormono. Berta e la fedele Calisena, che l'ha assistita nel parto, sono adagiate a terra. Dormono seduti sia il pastore che ha ricoverato Berta nella sua grotta, sia Peppininu, la maschera del teatro dei pupi catanese, che sarà fedele compagno dell'infanzia di Orlando.
Va osservato che l'episodio di San Giorgio cavaliere e delle fate madrine alla nascita di Orlando non è presente né nella “Storia dei Paladini di Francia” di Giusto Lo Dico, né nelle fonti letterarie antiche. Esso è stato escogitato dai pupari catanesi, i quali probabilmente lo recuperavano da qualche tradizione orale che sposava alla leggenda rolandiana elementi delle storie di Uggieri il Danese.
Alcuni pupari preferivano sostituire San Giorgio con l'altro santo guerriero San Michele.
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