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Ex Chiesa di San Mattia dei Crociferi
Con Salvatore Oliveri, Raffaello Longo, Filippo Calamia, Vito Riggi
Amore, politica e religione si intrecciano in uno spettacolo tradizionale che ripropone il tema della conversione in punto di morte da parte del nemico sconfitto. Protagonista Agricane, re dei Tartari, che soccombe nel gran duello con il conte Orlando, chiamato in aiuto dalla principessa Angelica. Avendo la bella principessa rifiutato di sposare Agricane, questi, infatti ricorre alle armi per sottomettere il re Galafro, padre di Angelica, e mette sotto assedio la città di Albracca facendo strage della popolazione. L’astuta donna, però, con l’aiuto del suo anello magico va in cerca di rinforzi. Trovato il Conte Orlando, gli narra di come Agricane abbia attaccato la sua città. Deciso ad aiutare la donna, Orlando impugna le armi e affronta il re infedele. Tra i due guerrieri si svolge un gran duello finché, colpito dalla spada Durlindana, Agricane si accascia a terra ed in punto di morte si converte al Cristianesimo chiedendo il Santo battesimo. Astuzia e determinazione sono le armi con cui la principessa del Catai riesce a liberare la sua città salvaguardando al contempo la propria libertà in amore. Diverse le sorti della bella Albarosa uccisa da Truffaldino per non esserglisi concessa. Così, anche il gran Principe Rinaldo giunge in Catai, alla ricefca dell'assassino di Albarosa che intende punire per il misfatto
La Compagnia “Gaspare Canino” di Alcamo nasce nel 1997. Il fondatore è Salvatore Oliveri, nipote materno di Gaspare Canino, ultimo puparo ed oprante esistito ad Alcamo ed in tutta la provincia di Trapani. Liberto Canino fu il primo vero costruttore di un pupo Siciliano nel lontano 1828, con un suo teatrino in via Formai nell’antico quartiere dell’Albergheria a Palermo. Uno dei suoi figli, Luigi, imparata l’arte del padre alla fine dell’ottocento, si trasferisce ad Alcamo dove porta in scena tutte quelle storie che appassionavano i nostri avi come I Paladini di Francia, Quido Santo, Trabazio di Costantinopoli, i Beati Paoli. Dei cinque figli di Luigi soltanto due faranno i pupari: Guglielmo che, imparata l’arte, si trasferisce a Sciacca e Gaspare, che resta ad Alcamo dove aiuta il vecchio padre portando in scena tutte quelle storie che ottenevano il consenso della gente. Nel 1977 muore e con lui scompare l’Opera dei Pupi ad Alcamo ed in tutta la provincia di Trapani, finché nel 1990 il nipote Salvatore Oliveri torna a dedicarsi a questa arte, aprendo un teatro.