____________________________________
Ex Chiesa di San Mattia dei Crociferi
Quali i motivi che ci hanno spinto a questa messinscena di Conversazione in Sicilia “contaminata” dagli interventi dei nostri eroi paladini? Essenzialmente, il motivo del “mondo offeso” e le forme mitico-simboliche del romanzo, che trascendono le contingenze immediate per comunicare un messaggio universale. I personaggi di Conversazione in Sicilia palesano una perfetta corrispondenza con molti personaggi dell’opera dei pupi e, come loro, aspirano a un ordine del mondo più giusto. Silvestro, che ritorna in Sicilia in preda ad astratti furori per ritrovare sé stesso, è come Guerrin Meschino, l’eroe “cercatore” dell’opira, il quale lascia Costantinopoli per conoscere la sua origine. L’arrotino Calogero, il sellaio Ezechiele, il panniere Porfirio e l’oste Colombo, che nel romanzo incarnano quattro diverse modalità di rapportarsi col potere (nella contingenza del 1938 la dittatura fascista e la sua adesione alla guerra civile spagnola), ripropongono tutta intera la dialettica dei rapporti tra il ribelle Rinaldo, il conciliante Orlando, l’ottuso Carlo Magno e il traditore Gano di Magonza. In altre parole, sia il romanzo di Vittorini, sia i personaggi dell’opera dei pupi raccontano (ciascuno nel suo specifico linguaggio) una storia che intende riflettere sul mondo offeso e sulla necessità di ristabilirvi ordine e giustizia. Abbiamo voluto far incontrare questi personaggi (forse facendo “cozzare” fra loro i registri linguistici in cui rispettivamente si esprimono), immaginando che i nostri pupi assistano a una messinscena di Conversazione e intervengano durante lo spettacolo, facendo ciò che faceva il pubblico tradizionale dell’opira durante le rappresentazioni. A far da medium tra i due mondi, ovviamente non poteva che essere Peppininu, la maschera tradizionale dell’opira catanese.
La Compagnia Marionettistica F.lli Napoli rappresenta l’antica e famosa tradizione dell’opera dei pupi catanese. Don Gaetano Napoli fondò la compagnia nel 1921, affidandola successivamente ai tre figli Pippo, Rosario e Natale. I Napoli, oltre a proporre spettacoli con recita a soggetto, rappresentano testi basati sulla tradizione degli antichi canovacci nei quali una moderna drammaturgia dell’Opera dei Pupi riesce a tener conto delle regole tradizionali di messinscena. Sulla base di codici tramandati da padre in figlio, il sentimento si fa gesto, comunicazione, arte. Le scene, le armature, i costumi, i suoni e quella “improvvisazione”, che non è mancanza di preparazione, bensì essenziale momento artistico, contribuiscono ulteriormente alla creazione del rapporto pubblico - attore e della particolare “magia” teatrale, che sono caratteristiche fondamentali dell’Opera dei Pupi.