***
Passaggio d'epoca. Baidì – Allah è diventato un fortissimo campione saraceno. Istigato da Sarajevo, Croassibain muove guerra a Soranzo e Baidì – Allah conquista Mosca. Tigreleone parte in difesa di Soranzo. Si compiono i disegni di Sarajevo: il figlio affronterà in duello il suo sconosciuto padre e, essendo più giovane e forte, lo ucciderà. Gran battaglia sulle alture di Vilna: mentre infuria la tempesta, Tigreleone e Baidì – Allah ingaggiano tremendo combattimento alla presenza di Serajevo. Il figlio abbatte lo sconosciuto padre, ma quando sta per vibrare su di lui l'ultimo colpo, un fulmine gli spezza la spada per volere di Dio. Serajevo si fa riconoscere da Tigreleone, non gli svela an-cora che Baidì – Allah è suo figlio e lo fa condannare ai lavori forzati all'isola di Samo. Croassibain, invidioso di Serajevo, lo uccide, ma prima di morire questi rivela a Baidì – Allah che è figlio di Tigreleone. Commovente agnizione tra padre e figlio, ma Tigreleone, spossato dalle sofferenze della prigionia, muore poco dopo, scontando così la colpa dell'abbandono della povera Azea.
Compagnia Marionettistica Fratelli Napoli. La Marionettistica Fratelli Napoli nasce con Don Gaetano Napoli che fonda la compagnia nel 1921, quando inaugura a Catania, nel quartiere di Cibali, il Teatro Etna. Da allora e fino al 1973 la famiglia Napoli svolge un'intensa attività nei teatri popolari di quartiere, lavorando col mestiere storico, i pupi alti m.1,30 e pesanti fino a 30 - 35 chili. Le regole e le tecniche di messinscena nel tempo vengono trasmesse alle successive generazioni: prima a ai figli di don Gaetano - Pippo, Rosario e Natale - e poi a Fiorenzo, Giuseppe, Salvatore e Gaetano, figli di Natale e Italia Chiesa Napoli. Gli anni Sessanta e Settanta del Novecento tuttavia innescano una grave crisi e i Napoli lavorano per adattare l'Opira catanese alle esigenze di un pubblico nuovo, pur mantenendosi fedeli ai codici e alle regole di messinscena della tradizione. Facendo tesoro dei suggerimenti di Nino Amico, Natale Napoli escogitò nel 1973 l'idea dei "pupi piccoli" di cm. 80, che consentirono alla tradizione catanese di confrontarsi con pubblico ben più ampio e largamente composto da giovani e giovanissimi. In questi anni, alla morte del padre Natale, Fiorenzo diventa direttore artistico della compagnia e i suoi figli Davide, Dario e Marco apprendono anch'essi le regole del mestiere, assicurando la continuità alla tradizione catanese dell'Opera dei pupi. Oggi i Napoli, oltre a proporre spettacoli con recita a soggetto, rappresentano testi basati sulla tradizione degli antichi canovacci nei quali una moderna drammaturgia dell'Opera dei pupi riesce a tener conto delle regole tradizionali di messinscena. Tutti i membri della famiglia Napoli prendono parte agli spettacoli.