VI GIORNATA INTERNAZIONALE SULLA TRADUZIONE
Tradurre i miti, i miti del tradurre
Giovedì 5 dicembre, Biblioteca Centrale della Regione Siciliana
Venerdì 6 dicembre, Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino
In occasione della VI Giornata internazionale sulla traduzione, giovedì 5 dicembre si apre presso la Biblioteca Centrale della Regione Siciliana alle 9.00 il convegno Tradurre i miti, i miti del tradurre che proseguirà venerdì 6 dicembre dalle 9.30 al Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino.
Il tema di studio individuato dal comitato scientifico per la VI Giornata internazionale sulla traduzione, organizzata in collaborazione con l'Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari, è quello del rapporto tra la traduzione e il mito inteso nell’accezione ampia e plurale che gli attribuisce ormai la modernità. L’idea è quella di invitare i partecipanti a riflettere su problematiche che riguardano la traducibilità della densità metaforica dei miti, antichi, moderni e contemporanei.
Il mito, nel suo essere una narrazione che fa da ponte tra l’uomo e il cosmo, è un sistema di comunicazione, un messaggio, un modo di significare. Dal momento che tutte le strutture letterarie possono incrociare, e in modo significativo, le categorie del mito, del mitico e del mitologico, i miti rappresentano dei modelli narrativi che si prestano a rielaborazione e riscrittura. Si può dunque affermare che il mito è continuamente capace di generare senso: non solo e non tanto grazie al processo di interpretazione, ma anche e soprattutto attraverso un meccanismo di varianti e opposizioni. Sarà perciò interessante interrogarsi su che cosa accade quando la traduzione entra in relazione con questo modello produttore di senso.
Secondo Roland Barthes (Mythologie, 1956) il mito ha bisogno di particolari condizioni linguistiche per diventare tale. Perciò, affidarlo a una traduzione può essere pericoloso, dal momento che se ne potrebbe compromettere il senso originario. Sebbene questa sia una problematica che riguarda qualsiasi atto traduttivo, la traducibilità del mito è forse quella che ha un indice di rischio maggiore rispetto ad altri casi. Tuttavia, la traduzione, in quanto atto di risignificazione, è in grado di offrire quelle varianti di cui il mito ha bisogno per continuare a essere produttivo, giacché può offrirne una nuova versione che proietta il proprio senso su tutte le precedenti, amplificandole e arricchendole di contenuti.
A conclusione del covegno, venerdì 6 dicembre alle 16.00 al Museo delle marionette sarà presentato il libro Le parole non hanno radici. Antologia di Letteratura Saharawi (collana TransLitterae-Periferias literarias, Palermo UniPaPress, 2019) a cura di Angel Garcia Galiano (Universidad Complutense de Madrid) e Bahia Awah (Universidad Autonoma de Madrid).
Seguirà alle 17.30 uno spettacolo tradizionale di opera dei pupi siciliani.
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INTERVENGONO: Carla Prestigiacomo (Università di Palermo); Giovanni Brandimonte (Università di Messina); Antonino Velez (Università di Palermo); Mariavita Cambria (Università di Messina); Mostafa Ammadi (Universidad Abdelmalek Essaadi); Antonio Iurilli (Università di Palermo); Ciro Ranisi (Università di Palermo); Guillem Cunill i Sabatés (Universitat Pompeu Fabra, Barcelona); Marta Marfany (Universitat Pompeu Fabra, Barcelona); Rosa Gornés Gomis (Universitat Pompeu Fabra, Barcelona); Luisa Messina (Università di Palermo); Eutza Popova (Universitat de Barcelona);Mª José Rebollo Ávalos e Mª Isabel López Martínez (Universidad de Extremadura); Alessandra D'Amico (traduttrice letteraria); Mª Montserrat Villagrá Terán (Università di Messina).