Nella Storia dei Paladini di Francia, si narra di Angelica nuda su uno scoglio pronta ad esser data in pasto all' Orca marina, o del valoroso Orlando che per amore perde il senno e si spoglia dell'armatura, e ancora del personaggio del Selvaggio utilizzato dai pupari di tradizione palermitana negli "incanti", dove prevale l'elemento fantastico.
I busti nudi li ritroviamo anche in altri repertori dell'Opra che si distanziano dall'argomento cavalleresco, pur essendo questo il tema più frequentemente portato sulle scene. È il caso del busto nudo raffigurante Cristo che può ritrovarsi in quegli episodi della Passione che, durante il periodo pasquale, interrompono i cicli cavallereschi: una delle rare occasioni in cui anche il pubblico femminile era ammesso a teatro.
L'appuntamento di mercoledì 5 agosto è dedicato al pupo palermitano "in paggio" raffigurate il Selvaggio, costruito da Gaspare Canino e databile agli anni '60 del XX secolo. Personaggio della Storia dei Paladini di Francia, abitante di terre lontane e sconosciute, il Selvaggio attinge alle antiche rappresentazioni in cui l' "Altro" appare come un essere sub-umano dalle caratteristiche mostruose.
La sua particolarità è il volto sulla pancia che riproduce l'iconografia dei blemmi, un'antica popolazione nomade della Nubia menzionata da alcune fonti storiche tardo-romane e bizantine. Altre fonti, soprattutto medioevali, forniscono la descrizione mitizzata di un popolo mostruoso, composto di esseri acefali con gli occhi e la bocca posti sul ventre o sul torace, stanziato in un luogo imprecisato dell'Africa orientale: la Nubia, l'Etiopia o, più genericamente, le terre a Sud dell'Egitto. Ne ritroviamo traccia già nel Romanzo di Alessandro, nella Lettera del Prete Gianni, nel Guerin Meschino e nel Milione di Marco Polo.
Si prosegue mercoledì 12 agosto con il pupo palermitano "in paggio" raffigurante Angelica nuda proveniente dal teatro di Gaspare Canino e risalente al XIX secolo. Nella Storia dei Paladini di Francia, il personaggio viene utilizzato nella rappresentazione del noto episodio dell'orca marina che Ludovico Ariosto inserì nell'Orlando Furioso e che ricalca la vicenda mitologica della liberazione di Andromeda dal mostro ad opera di Perseo. Angelica prima e la principessa Olimpia dopo, vengono denudate ed incatenate a uno scoglio per essere offerte in sacrificio ad un orribile mostro marino, un' Orca ben lontana dalle fattezze reali dell'animale marino che conosciamo: una sorta di drago con la bocca che ricorda vagamente quella di un ippopotamo.
L'appuntamento di mercoledì 19 agosto è dedicato al pupo palermitano "in paggio" raffigurante Orlando pazzo, proveniente dal teatro di Gaspare Canino e risalente agli anni '20 del XX secolo. Il personaggio viene utilizzato nella Storia dei Paladini di Francia per raccontare il famoso episodio della follia di Orlando descritto da Ludovico Ariosto nell' Orlando Furioso, dove si racconta dell'amore non ricambiato di Angelica, causa della perdita del senno del Paladino. Orlando, venuto a conoscenza del sentimento che lega la principessa al semplice Medoro, si spoglia e getta via l'armatura e tutto ciò che essa rappresenta, sopraffatto dalla furia (donde Orlando "furioso") fin quando Astolfo non recupererà l'ampolla della Ragione sulla luna e gliene farà respirare il contenuto.
L'appuntamento di mercoledì 26 agosto è dedicato infine al pupo palermitano "in paggio" raffigurante Cristo utilizzato nella narrazione degli episodi della Passione, proveniente dal teatro di Gaspare Canino e datato al XIX secolo. Il repertorio del teatro dell'Opera dei pupi non si limita alla rappresentazione della Storia dei Paladini di Francia: ai soggetti epico-cavallereschi s'affiancano, tra altri repertori, le narrazioni di carattere religioso, fra cui la Passione. Questa varietà del repertorio non è però espressione di una sostanziale differenza di struttura narrativa. Come già notava Pitrè, tra il racconto del Mortorio di Cristo e il ciclo carolingio culminante nella Morte dei Paladini, può riscontrarsi un'identità di fondo, ravvisabile nei codici espressivi: la gestualità e la vocalità del lutto, dai riti delle strade nel Venerdì santo si riversano in teatro e si riscontrano in ambedue le rappresentazioni con significative analogie. La morte di Orlando tradito da Gano di Magonza e la morte di Cristo tradito da Giuda, ugualmente grandi, luttuose e lagrimevoli, determinavano nello spettatore un'identica risposta emotiva.
MERCOLEDI' 5 AGOSTO
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MERCOLEDI' 12 AGOSTO
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MERCOLEDI' 19 AGOSTO
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MERCOLEDI' 26 AGOSTO
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L'iniziativa si inserisce nell'ambito del progetto "The Human Library. I libri sono uomini" promosso dall' Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari di Palermo in collaborazione con ALAB–Associazione Liberi Artigiani Artisti e sostenuto dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo - Direzione generale creatività contemporanea e Rigenerazione urbana, Piano Cultura Futuro Urbano - "Biblioteca di quartiere".
The Human Library. I libri sono uomini" prevede la realizzazione di servizi culturali e bibliotecari aggiuntivi attraverso un programma per la valorizzazione della memoria orale e attività formative. Concept del progetto è la narrazione, nelle sue diverse forme, quale strumento atto a sviluppare know how e trasferire contenuti e competenze che, rielaborati e ricreati con strumenti opportuni, possono innescare meccanismi virtuosi in termini professionalizzanti e di sviluppo sostenibile in risposta alla marginalità sociale ed economica del quartiere. Propulsori del progetto sono la Biblioteca "Giuseppe Leggio" e il Centro biblio-documentario sulle tradizioni popolari siciliane di Palazzo Tarallo quali presidi culturali, istituzionali e sociali dei mandamenti della Kalsa e dell’Albergheria della città di Palermo. www.ilibrisonouomini.it
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