CANTAE CUNTA

Venerdì 28 agosto_ore 18

L'antica tradizione dei pupi siciliani

Canta e Cunta | Festival popolare siciliano

Chiesa di Santa Maria dello Spasimo, Palermo

 

 

Da venerdì 28 a domenica 30 agosto nella suggestiva location della Chiesa di Santa Maria dello Spasimo di Palermo avrà luogo il Festival popolare siciliano Canta e Cunta.

Il canto popolare ha sempre rappresentato un documento sociale, una testimonianza di particolari momenti storici e condizioni sociali. La pandemia che si è appena conclusa ha favorito il sorgere di frequenti riflessioni legate alle contraddizioni del territorio siciliano, e in generale, alle criticità di un sistema globalizzato basato sui grandi commerci e sulla grande distribuzione. 
 
Da queste riflessioni nasce l'idea del Festival Canta e Cunta: tre giorni di musicainiziative culturali ed enogastronomiche per rilanciare le tradizioni siciliane e riscoprire le proprie radici, in occasione del trentesimo anniversario della scomparsa di Rosa Balistreri, una delle più importanti figure della musica folk-popolare siciliana. Ad organizzarlo, l'associazione "Si resti Arrinesci" in coorganizzazione con il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, la Fondazione Ignazio Buttitta e l'Associazione Sicilia Amara di Rosa Balistreri
Proprio a quest'ultima, sarà dedicata la serata conclusiva con l'esibizione di tanti artisti che omaggeranno la cantautrice folkpopolare siciliana ricordandone non soltanto il talento artistico e musicale, ma anche l'impegno sociale e civile che pervadeva i testi delle sue canzoni, contrassegnati da forti denunce in merito alla condizione di povertà di una Sicilia sempre più emarginata.
 

Oltre all'omaggio a Rosa Balistreri, venerdì 28 agosto a partire dalle ore 18 il festival dedica uno spazio all' approfondimento dell'antica tradizione dei pupi siciliani, con la partecipazione di Rosario Perricone (Direttore del Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino), Franco Cuticchio (Associazione culturale Franco Cuticchio Figlio d'arte) ed Enzo Mancuso (Teatro Carlo Magno Opera dei pupi). A seguire lo spettacolo di Opera dei Pupi "La Francia sotto assedio" dell'Associazione culturale Franco Cuticchio figlio d'arte e il Cunto "Le gesta di Carlo Magno" di e con Enzo Mancuso. 

 

 

 Franco Cuticchio bass ris

Spettacolo di opera dei pupi
La Francia sotto assedio
Associazione culturale Franco Cuticchio figlio d'Arte

 

 

 

Carlo Magno, con i suoi paladini Rinaldo e Ruggiero, riceve un ambasciatore dall'esercito saraceno che assedia Parigi. L'ambasciatore chiede a Carlo di arrendersi, altrimenti i saraceni distruggeranno Parigi. Carlo rifiuta, manda Ruggero a Roma per chiedere aiuto al Papa e comanda a Rinaldo di attaccare il nemico. Il re saraceno Miriante s'infuria e ordina l'attacco, ma Rinaldo combatte coraggiosamente e costringe i saraceni alla ritirata. Mentre Rinaldo si trova in un bosco in cerca del re Miriante, è attaccato da un feroce dragone e lo uccide. Orlando non prende parte all'azione militare perché in quel momento sta corteggiando Angelica. Il mago Malagigi, cugino di Orlando e Rinaldo, invoca il diavolo e da questi apprende che Orlando e Rinaldo, i più bravi tra i paladini di Carlo Magno, stanno per sfidarsi a duello per conquistare l'amore di Angelica. Il diavolo carica Malagigi sulle sue spalle e lo porta in volo sul luogo del duello, aiutandolo a scongiurare il duello all'ultimo minuto. Mentre Ruggero è in cammino verso Roma, giunge alle mura di un castello e chiede ospitalità. Il castellano è in realtà un saraceno e, ricevuta la richiesta di ospitalità da parte del cavaliere cristiano, approfitta dell'occasione. Finge di accoglierlo amichevolmente e invece ordina di avvelenarlo. Quando Ruggiero si sveglia durante la notte per i dolori provocati dal veleno, il castellano entra e lo pugnala.
Nel frattempo Orlando e Rinaldo, tornati a Parigi, danno battaglia ai saraceni; alla fine li sconfiggono e distruggono il campo nemico.

 

Compagnia Franco Cuticchio figlio d'arte. Franco Cuticchio (Termini Imerese, 1964) appartiene ad una storica famiglia di pupari palermitani, attivi da quattro generazioni. Immerso sin da bambino nel mondo del'opera dei pupi, Franco Cuticchio decide nel 2013 decide di riprendere le redini di questo enorme carro culturale, costituendo con la collaborazione dei suoi due figli, Girolamo ed Helenia, l' Associazione Culturale Franco Cuticchio figlio d'Arte di cui il Maestro Girolamo è presidente onorario. Oltre alla messa in scena delgi spettacoli, Franco ssi dedica alla realizzazione delle strutture e delle macchine sceniche nonché alla lavoraizone di legno e metallo per la costruizone dei pupi. Helenia realizza secondo le antiche tecniche gli abiti e gli arredamenti di scena mentre Girolamo, primogenito di Franco, si occupa della pittura dei fondali e della scrittura di nuovi spettacoli di cui Franco fa la regia. Le mogli di Franco e Girolamo, Francesca Basile e Lavinia Polizzotto, si occupandosi dell'organizzazione, della programmazione degli spettacoli, delle mostre e dei festival. Tutti collaborano alla messa in scena degli spettacoli sia attraverso la manovra delle marionette che nella recitazione.

 

 

 

 

EnzoMancuso Cunto

Cunto 
Le gesta di Carlomagno
di e con Enzo Mancuso

 


Fin dal Medioevo, in Europa, narratori e cantastorie professionisti raccontavano leggende cavalleresche nelle corti e nelle piazze. Questi racconti furono diffusi in Sicilia in ambienti popolari dai contastorie. Si suppone che questo repertorio narrativo abbia dato origine nell'Ottocento all'opera dei pupi. Il contastorie usava una spada di legno per amplificare il suo gestire; la sua recitazione seguiva un ritmo particolarmente marcato nel caso di eventi decisivi come le battaglie. Questo tipo di narrazione era detto u cuntu. Sulla scia di una tradizione narrativa che si è mantenuta viva nel tempo, il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino propone un cunto tradizionale, che riprende il classico repertorio epico-cavalleresco tramandato oralmente di generazione in generazione attraverso i secoli.

Carlo Magno, re di Francia e imperatore del Sacro Romano Impero, è protagonista del racconto che ne ripercorre le avventure giovanili, sotto mentite spoglie, in terra straniera. Invidie, gelosie e giochi di potere innescano tradimenti, vendette sanguinose e battaglie alla corte di Re Pipino, re di Francia e padre di Carlo. L'assassinio del re per mano dei figli illegittimi Olderigi e Lanfroi, costringe alla fuga il futuro re, testimone del misfatto. Supportato da Morando di Baviera, fedele amico del padre ucciso, Carlo trova rifugio alla corte di Galafro, re di Saragozza, sotto il nome di Mainetto. Tuttavia, il valore singolare del giovane e l'amore scaturito con la figlia di Galafro ancora una volta costringeranno l'eroe ad indossare le armi e battersi per la libertà.

 

Enzo Mancuso, ultimo discendente della omonima famiglia di pupari che diede inizio alla propria attività a Palermo nel 1928 quando Antonino Mancuso, nonno di Enzo, aprì un teatrino dell'opera dei pupi nel quartiere Borgo Vecchio, in piazza don Luigi Sturzo. Fino ad allora Antonino Mancuso, allievo del puparo Pernice, aveva portato l'opera dei pupi in vari paesi della provincia viaggiando a bordo di un camion trasformato in teatro. Mancuso apportò alcune innovazioni alle armature con elmi alla greca e romani. Agli spettacoli partecipavano i figli Nino, papà di Enzo, Pino e Stefano. Enzo, figlio e nipote d'arte, è nato a Palermo nel 1974 ed è l'anima dell'attuale compagnia. Restaura alcuni pupi ereditati dal nonno ed inizia la sua attività nel 1994. Enzo Mancuso, oggi considerato uno dei più solidi pupari palermitani, non si è fermato all'apprendimento delle tecniche della costruzione e della manovra, ma ha approfondito lo studio di vecchi canovacci e perfezionato la tecnica recitativa. La sua compagnia partecipa per più edizioni ad importanti festival di teatro di figura.

 

 

 

 

 

 

 

 

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