SICILIAN PUPPETS SERIES
Rassegna teatrale di Opera dei pupi siciliani
5 febbraio > 31 ottobre 2021
Acireale (CT), Alcamo (TP), Messina, Palermo, Sortino (SR)
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Il potere di Durlindana
Complotti, ricatti e inganni sono gli strumenti che l’avido Gano di Magonza utilizza nel tentativo di impossessarsi del regno di Francia. Ostacolato da Orlando, primo paladino di Carlo magno, decide di ucciderlo e per raggiungere il suo scopo interpella una fattucchiera. Questa che creerà un'arpia e la incarica di rapire Alda, la sposa di Orlando, per potere ricattare il prode cavaliere. La donna sarà infatti libertà solo in cambio della spada Durlindana. Il misero piano però fallisce grazie all'intervento divino ed al valore del paladino.
Compagnia Opera dei pupi messinesi Gargano. I Gargano sono l’ultima famiglia di opranti di tradizione ancora attiva nella città di Messina. Originaria di Acireale, iniziano a operare a Messina a partire dai primi del Novecento. Il capostipite è Venerando Gargano, proveniente da una famiglia borghese che avrebbe desiderato un avvenire diverso per il figlio. Ma l’ostinata passione di Venerando per i paladini riesce ad avere la meglio sulla volontà dei genitori ed egli comincia prima a collezionare e poi a costruire i pupi, mettendo in scena gli spettacoli nella sua fabbrica di sedie. Il figlio, don Rosario Gargano, affianca giovanissimo il padre e, a soli diciassette anni, scrive un’opera che diventerà l'elemento distintivo della famiglia Gargano nel variegato mondo dell'Opera dei pupi: la storia di Bellisario da Messana, messa in scena con novantanove episodi. Nel 1912 Rosario Gargano è chiamato a Messina da Ninì Calabrese per prestare la voce ai suoi pupi. Si trasferisce così nella città dello Stretto, dove nel 1920 apre un proprio teatro, il “Teatro Nuovo Messina”, con l'aiuto del figlio Venerando. Questi, nominato Cavaliere del re, apre diversi teatri nella città e le gesta dei suoi pupi infiammano il "Ferragosto messinese", dove mette in scena La pazzia di Orlando davanti a un pubblico di 24.000 spettatori. I suoi teatri sono frequentati assiduamente, il pubblico lo acclama ed egli prosegue nell’attività di redazione di manoscritti di argomento cavalleresco. Nel 1964 un grave incendio distrugge il suo teatro, l’“Arena Gargano”, con gran parte dei pupi lì custoditi. Si apre così un periodo difficile, ma la passione per questo mestiere fa sì che il cavaliere Venerando con l’aiuto del figlio Rosario ricostruisca tutti i pupi e continui l’attività. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1978, nonostante la mancanza di un teatro stabile, il figlio Rosario prosegue in modo itinerante l’attività utilizzando pupi di dimensioni più piccole rispetto alla tradizione della Sicilia orientale, e dunque facilmente trasportabili. Alla sua morte (2000) il figlio Venerando, con i fratelli Giorgio e Rosaria, continuano a portare avanti l’antica tradizione della famiglia nonostante la perdurante assenza di una struttura teatrale stabile.
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