Le Edizioni Museo Pasqualino
alla XXXV edizione del Salone del libro di Torino
Da giovedì 18 maggio a lunedì 22 maggio 2023 le Edizioni Museo Pasqualino, dirette da Rosario Perricone, saranno presenti alla più importante fiera dell’editoria italiana: il 35° Salone internazionale del libro di Torino presso Lingotto Fiere e il Centro Congressi Lingotto a cui si unirà per la prima volta lo spazio Pista 500, progetto artistico sviluppato dalla Pinacoteca Agnelli.
Il tema della 35esima edizione del Salone del Libro è Attraverso lo specchio, “non solo un tema ma quasi un motto, un desiderio che porta chi lo esprime a travalicare la quotidianità e la passività per sconfinare in nuovi mondi dove il reale e il fantastico si mescolano, dove tutto è possibile.
In occasione dell’edizione 2023, il Salone del Libro torna a ospitare sia una regione italiana che un Paese: la Sardegna e l’Albania, presenti con uno stand al padiglione Oval e al padiglione 1, che cureranno nei giorni dell’evento una programmazione dedicata in connessione con la cultura mediterranea che le accomuna.
Consulta il programma completo sul sito Salonelibro.it.
Tutti i titoli in catalogo e le nostre novità editoriali si potranno consultare ed acquistare presso il padiglione 3, stand Q41. Diverse collane con oltre 35 titoli sono il frutto di un ensemble eterogeneo di studi e ricerche basate sulla connessione tra diverse discipline che spaziano dall'antropologia alle tradizioni popolari, dalla semiotica all'etnomusicologia, per finire, poi, nel magico mondo delle fiabe per bambini con la nuova collana Piccirè. Sabato 20 maggio alle ore 20.00 sarà presentato al pubblico da Massimo Cultraro il libro dal titolo Una è la forma, molti sono i nomi di Ignazio E. Buttitta edito Edizioni Museo Pasqualino.
ABSTRACT
Nei culti rivolti alle Madonne e alle Sante in Sicilia e a Creta, in particolare in quelli caratterizzati dall’ostensione e dalla manipolazione di fronde vegetali, dall’uso di acque salutifere, dal riutilizzo di antichi spazi cultuali (grotte, cime montuose, boschi), sembra continuino a reiterarsi modelli mitici e simboli rituali propri di un antico pattern del sacro femminile che, di volta in volta, disarticolato e rimodulato, si rivela tutt’altro che inattuale e che anzi continua a conferire senso alle molteplici e rinnovate istanze dell’esperienza religiosa contemporanea. Che si voglia ammettere ovvero respingere l’ipotesi di una relazione storica delle espressioni del sacro femminile e delle relative forme cultuali antiche con quelle popolari contemporanee (di dee e ninfe con sante e Madonne), che si voglia accogliere o meno l’idea stessa di una preminenza delle divinità femminili nell’universo magico-religioso preistorico e protostorico delle culture mediterranee, resta il fatto, incontestabile, che una molteplicità di riti, di credenze, di culti documentati nel folklore euro-mediterraneo non sono in alcun modo riconducibili a orizzonti ebreo-cristiani né possono essere considerati, se non altro in ragione della loro diffusione, neo-formazioni popolari o invenzioni moderne e contemporanee. È necessario, pertanto, sia per le discipline folkloriche sia per quelle storico-religiose, tornare a riflettere criticamente sulle relazioni tra le diverse divinità del Mediterraneo antico, a loro volta riconducibili al motivo mitico-rituale della Grande Madre, e le diverse declinazioni locali del sacro femminile cattolico.
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