Lombroso e il Sud.
La questione meridionale nella prospettiva dell'antropologia criminale tra Otto e Novecento.
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Giorno 26 maggio alle ore 15.30, presso l’Università di Catania, Dipartimento di Giurisprudenza Aula 1 - Villa Cerami si terrà il convegno dal titolo Lombroso e il Sud. La questione meridionale nella prospettiva dell'antropologia criminale tra Otto e Novecento che vedrà la partecipazione della Dr.ssa Giulia Barrera Ph.D. (Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Calabria - Direzione dell'Archivio di Stato di Vibo Valentia), la Prof.ssa Mara Benadusi (Dipartimento di Scienze politiche e sociali, Università di Catania), la Prof.ssa Maria Sole Testuzza (Dipartimento di Giurisprudenza, Università di Catania). Durante il convegno interverranno gli autori del volume Lombroso e il Sud (Donzelli, 2023) il Prof. Ernesto De Cristofaro (Dipartimento di Giurisprudenza, Università di Catania), il Prof. Silvano Montaldo (Dipartimento di Studi storici, Università di Torino) ed anche il direttore del Museo delle marionette il Prof. Rosario Perricone (Accademia di Belle Arti di Palermo).
Sarà possibile partecipare al convegno anche da remoto, cliccando sul seguente link: https://bit.ly/41NcfDu
ABSTRACT DEL VOLUME LOMBROSO E IL SUD
Molto è stato scritto, e non sempre a ragione, su Cesare Lombroso e il Sud Italia. Fu un rapporto articolato, che nel corso degli anni alternò paternalismo a condanna, umana simpatia per alcuni interlocutori a incapacità di comprendere una realtà vasta, complessa e sfuggente. Di certo il Mezzogiorno, con i suoi intellettuali e i suoi problemi, rappresentò una parte rilevante della formazione ideale dell’antropologo e psichiatra veronese, così come della sua opera e della visione che guidò le sue battaglie politiche. Con uomini e donne del Sud egli infatti intrattenne una relazione molto stretta, ampiamente documentata dai carteggi e dagli scritti. In queste pagine è ricostruito il lavoro di frenologi, psichiatri, giuristi, criminologi e medici meridionali, i quali – prima, durante e dopo Lombroso – studiarono le possibili cause della criminalità e della follia, e si addentrarono in ambito giuridico, discutendo, in alcuni casi, la legittimità della punizione o ipotizzando possibili riforme: alcuni precorsero i temi che Lombroso avrebbe poi sviluppato, influenzandolo; altri furono suoi compagni di viaggio e ne risultarono a loro volta suggestionati; altri ancora cercarono di rinverdire le declinanti fortune postume dell’antropologia criminale. Quindi, focalizzando l’attenzione sul lavoro di Lombroso – grazie all’esame dei suoi scritti, così come dei reperti umani e dei materiali iconografici conservati nel Museo Lombroso, e soprattutto alla luce delle ricerche sul campo e agli studi su brigantaggio, mafia e camorra – è affrontata in maniera circostanziata e obiettiva la spinosa questione di quello che, da Colajanni e da Gramsci in poi, spesso è stato sbrigativamente denunciato come «razzismo» lombrosiano. Dagli interessi spiritici al determinismo climatico, dal tema del cannibalismo alla letteratura dialettale (da cui la collaborazione a distanza con Giuseppe Pitrè), il volume offre un ritratto a tutto tondo di quello che da molti è considerato il padre della moderna criminologia, figura discussa e discutibile, ma non ignorabile, del pensiero scientifico italiano.
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