Triunfu
Triunfu a Santa Rusulia - Testi e canti del repertorio degli Orbi …
Il triunfu, celebrazione devozionale tradizionale molto sentita dal popolo, che in passato veniva diffuso dai ninnariddari e dai cantastorie ciechi (i cosiddetti “orbi”) e che nella presente proposta progettuale ispira una performance che intreccia, come per tradizione, musica, canto e narrazione anche con intento didattico.
Anche in questo caso siamo in presenza di una performance di antiche origini. La tradizione siciliana degli “orbi”, cantori di inni religiosi durante processioni, novene e feste di santi, affonda le proprie origini molto indietro nel tempo e, sicuramente, almeno alla prima metà del Seicento. Furono infatti i Gesuiti a fondare, nella città di Palermo, la prima confraternita organizzata di questi suonatori-cantori ambulanti specializzati nel repertorio sacro che venivano chiamati orbi perché quanti intraprendevano questa singolare professione erano in prevalenza ciechi. L’operazione faceva riferimento alla diffusa credenza, di origine medievale, che la preghiera dei sofferenti fosse particolarmente gradita al Cielo. In realtà, queste confraternite erano diffuse anche in altre regioni italiane, ma il fatto che in Sicilia l’uso sia sopravvissuto fin oltre la metà del Novecento, consente di avere a disposizione anche documentazione sonora e visiva, che è stata in gran parte raccolta e trascritta da Elsa Guggino e che è stata riutilizzata per la realizzazione di questa performance.
Di norma gli Orbi si esibivano in coppia suonando il violino e il citarruni (bassetto a tre corde o violoncello) o la chitarra. Le denominazioni ninnariddari o nannareddi, ovvero suonatori di ninnareddi o nannareddi (tradizionali sonate legate alla celebrazione del Natale), e nuviniddaru (lett. ‘novenatore’) pongono in relazione questi musici con le principali occasioni del loro operare, appunto le novene (nuveni) che si svolgevano lungo tutto l’arco dell’anno presso le abitazioni dei devoti (parrucciani) e che culminavano in quella più richiesta e meglio retribuita: la novena di Natale.
Riagganciando dunque a questa pratica performativa locale di antiche origini, la performance programmata nell'ambito della proposta progettuale alterna narrazione, musica e canto nel rispetto delle modalità esecutive originali. L’organico è composto da due musicisti (un violinista e un chitarrista) e un cantore e narratore che si collocano davanti ad un altarino, parato a festa con l’immagine di santa Rosalia. All’inizio il narratore accende delle candele dinanzi all’immagine e dopo aver eseguito un segno di croce, fa cenno ai due suonatori di eseguire l’introduzione musicale (solo strumentale) al termine della quale il narratore introduce il primo brano con la storia degli Orbi e dei loro repertori. Si prosegue con il racconto agiografico di santa Rosalia a cui segue il brano relativo alla conversione della Santa e al suo eremitaggio sulla Quisquina e sul Monte Pellegrino. Adesso inizia il racconto della peste e del miracolo del ritrovamento delle ossa sul monte Pellegrino con il relativo brano musicale a seguire. Infine si affronta il tema della nascita e della storia del Festino di Santa Rosalia prendendo spunto dalle descrizioni di Giuseppe Pitrè per chiudere con l’abballu di li Virgini, le giaculatorie e la sunata a cumplimentu (brano solo strumentale).
Arturo Di Natale, nato a Lecco, fin da piccolo si interessa alla musica grazie al padre che suonava diversi strumenti musicali. Col tempo si è dedicato sempre di più a questa disciplina imparando a suonare il piano e la chitarra classica, ottenendo la licenza di teoria e solfeggio al conservatorio di musica Vincenzo Bellini di Palermo. Ha fatto parte di svariati gruppi musicali per lo più di orientamento folk-popolare della zona del palermitano. Tra questi, negli anni ‘90 ha fatto parte del gruppo folkloristico La Giara di Terrasini e nello stesso periodo si è unito alla compagnia di canto popolare Epicharmus di Palermo. Ha poi collaborato con le compagnie teatrali di Vito e di Franco Zappalà intervenendo come musicista accompagnatore in diverse commedie tra cui Zappatore e U malantrinu. Ha preso parte a diverse formazioni corali liturgiche come organista tenendo concerti di musica sacra e classica con altri musicisti oltre che a svariate formazioni corali. Dal 2014 è organista titolare della chiesa Madre di Capaci (PA). Si interessa anche alla musica pop in qualità di pianista avendo formato nel tempo varie formazioni con cui si è esibito in diversi concerti nel territorio siciliano. Musicista poliedrico si interessa e esegue svariati generi musicali (musica sacra, classica, popolare, folk, sudamericana) usando vari strumenti tra cui cuatro venezuelano, charango, basso acustico oltre che al piano e la chitarra classica.
Sebastiano Zizzo, nato a Palermo, ha conseguito il diploma presso il conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo nel 1995, dove ha frequentato un corso di musica barocca specializzandosi in violino barocco insieme al maestro Enrico Onofri, primo violino dell’ensemble Il Giardino Armonico. Durante gli anni di studio al conservatorio, si è avvicinato al mondo delle tradizioni popolari grazie alla collaborazione con l’associazione U Carritteri di Palermo con cui, in qualità di violinista, ha partecipato a vari spettacoli e festival in Italia ed all’estero (Francia, Cipro, Nuova Zelanda, Canada etc.) nell’ambito di scambi culturali patrocinati dalla Regione Siciliana. Ha collaborato con l’associazione Ditirammu di Palermo sia in qualità di violinista che come ricercatore di musiche e brani della tradizione popolare Siciliana. Il talento e le competenze maturate in ambito musicale si sono ulteriormente ampliate con la laurea in Beni Demoetnoantropologici conseguita all’università di Palermo che ha aperto le porte ad attività di vera e propria ricerca scientifica. Dal 1999 al 2018 ha infatti collaborato con all’associazione Cialoma, che si occupa di teatro, musica e danza sulle tradizioni popolari siciliane e del meridione, in qualità di violinista e ricercatore musicale e antropologica della cultura popolare siciliana.
Dal 2007 al 2016 ha lavorato come musicista, ricercatore e antropologo per l’associazione S.A.C.- Società Arte Cultura di Palermo sviluppando un progetto di interesse nazionale finanziato dal Mibac e dal Servizio film commission, per la realizzazione di un CD Rom interattivo con annesso un documentario dal titolo: Sulle orme dei suoni. Gli strumenti musicali della tradizione popolare in Sicilia oggi. Nell’ambito di questo progetto, Zizzo ha svolto il ruolo di aiuto regista e ricercatore nell'ambito della cultura musicale e sociale del territorio siciliano. Dal 2020 ad oggi, lavora come ricercatore e antropologo per la compagnia I sunatura al Tarab di Palermo che ha come progetto la ricerca etnomusicologica ed antropologica del meridione d’Italia. Tra le diverse incisioni discografiche nell’ambito etnoantropologico vi sono: SignaRei, Triunfi a Santa Rosalia e Isula Attruvata.
Christian Pancaro, narratore e regista del triunfu, nasce a Palermo il 21/05/1991. È attore ed appassionato di folklore e tradizioni popolari siciliane e da anni si adopera per la divulgazione culturale tramite articoli e video in riviste online e pagine social. Ha conseguito l'attestato alla scuola di arte drammatica al Teatro Crystal diretta da Mario Pupella nel 2010 e ha lavorato in diverse compagnie teatrali. Negli ultimi anni sta lavorando ad un progetto di studio e di riproposizione del repertorio dei cantastorie "orbi".
Torna al programma generale:
https://www.museodellemarionette.it/news/news-museo/2600-santa-rosalia-a-palermo-pupi-cunti-e-triunfi-per-il-400-anniversario-20-maggio-2-luglio-2024