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GIOVEDI' 17 GIUGNO
Ferdinando Mirizzi
Il Museo della Cultura Arbëreshe di San Paolo Albanese (Pz).
La rappresentazione di una diversità linguistica e culturale
in un'area interna del Mezzogiorno d'Italia
 
 

 

I musei della restanza sono musei della speranza e riflettono, nei loro presupposti, obiettivi, allestimenti e attività, la volontà di chi tenacemente decide di non abbandonare i propri paesi, luoghi degli affetti e della socialità vissuta, pur di fronte alla perdurante minaccia dell’abbandono, dello spopolamento, della perdita della memoria. Si tratta per lo più di piccoli paesi posti in aree interne, dove i musei assumono una funzione di presidio della storia locale e sono alimentati dal bisogno, da parte delle rispettive comunità, di disporre di strumenti per la certificazione della propria esistenza nel mondo plurale e di risorse culturali utili di fronte al rischio di una fatale e progressiva dissoluzione, fisica e simbolica insieme. Un esempio peculiare di musei della restanza è fornito dal Museo della Cultura Arbëreshe a San Paolo Albanese, il più piccolo paese della Basilicata, con i suoi attuali poco più di 200 abitanti, la cui origine è fatta risalire a un processo migratorio dal Paese delle Aquile verificatosi nel corso del XVI secolo. Un Museo ideato e voluto fin dagli anni Settanta del ’900 dalla comunità locale e oggi centro propulsore di pratiche e politiche volte alla promozione e alla valorizzazione della biodiversità rappresentata tanto dall’ambiente naturale quanto dal patrimonio culturale di una piccola comunità arbëreshe del Mezzogiorno d’Italia.  

 

Ferdinando Mirizzi è professore ordinario di Discipline demoetnoantropologiche presso il Dipartimento di Culture Europee e del Mediterraneo: Architettura, Ambiente, Patrimoni Culturali (DiCEM) dell’Università della Basilicata, di cui è stato direttore dal 2012 al 2020. È presidente della Società Italiana di Antropologia Culturale (SIAC) e, inoltre, dell’Osservatorio Scientifico Regionale "Edward C. Banfield" per la salvaguardia del patrimonio etno-antropologico della Basilicata e del Comitato Tecnico Scientifico del Museo della Cultura Arbëreshe di San Paolo Albanese (Pz). È componente del Consiglio Scientifico presso l’Istituto Centrale per i Patrimoni Immateriali e socio fondatore del Centro Internazionale di Ricerca e Studi sul Carnevale, la Maschera e la Satira. Dal 2006 è direttore responsabile della rivista «Archivio di Etnografia».

  

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I PROSSIMI APPUNTAMENTI 
 
 
 

GIOVEDI' 24 GIUGNO
Lia Giancristofaro
Il museo della “festa dei Serpari” di Cocullo (AQ):
una "restanza" patrimoniale e collaborativa

 

GIOVEDI' 1 LUGLIO
Giovanni Kezich e Antonella Mott
Il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina:
un esempio di museo contemporaneo "nel" e "con" il territorio

 

GIOVEDI' 7 OTTOBRE
Tavola rotonda a partire dal volume:
Musei e patrimonio culturale immateriale.
Verso un terzo spazio nel settore del patrimonio
Ne discutono: E. Bellato, V. Lapiccirella Zingari, C. Rosati,
E. Rossi, V. Santoro.
Coordina Rosario Perricone
 
 
GIOVEDI' 14 OTTOBRE
Mario Turci
Contenere l'incontenibile.
Narratività e documentalità nel Museo Ettore Guatelli
 
 

GIOVEDI' 21 OTTOBRE
Grégoire Mayor
Il Museo di etnografia di Neuchâtel:
un esempio di museo contemporaneo in Svizzera

 

GIOVEDI' 28 OTTOBRE
Vincent Giovannoni
Il MUCEM di Marsiglia:
un esempio di museo contemporaneo in Francia

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