khosrow e shirin

XLVII Festival di Morgana

NARRAZIONE

​​Khosrow e Shirin. Narrazioni, canti e musiche dal poema capolavoro di Nezāmī
con Giovanni Calcagno, musiche di Piero Grassini e Tito Rinesi (Italia)
 
Venerdì 4 - Sabato 5 novembre
Museo Internazionale delle marionette Antonio Pasqualino | ore 21.00

 

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È una delle storie d’amore più famose e diffuse in oriente, dalla Persia all’India, e possiede una straordinaria forza simbolica che coinvolge, commuove, e allo stesso tempo risponde a molte domande riguardo alla difficoltà di comprensione fra due mondi molto lontani: l’uomo e la donna. Mai come oggi, mentre questi mondi si stanno avvicinando esteriormente, rimangono interrogativi laceranti sull’identità, i modi di sentire, le aspirazioni e le passioni dei due generi, che diventano ancora più lontani e diversi, e non trovano il modo di intendersi. Questo poema del XIII secolo, quanto mai fresco e attuale, dà una risposta sorprendente a questi problemi, grazie all’aiuto di un mezzo decisivo: la musica.

L’autore del poema, Nezāmī descrive le schermaglie dei due amanti, i due sovrani di Persia e Armenia, che come in una storia dei giorni nostri, non riescono a rimanere insieme perché le rispettiva visioni della realtà rimangono troppo distanti. A un certo punto della storia, dopo il racconto delle loro appassionanti vicende, si ritrovano a pochi passi l’uno dall’altra, divisi solo da due tende, da cui comunicano attraverso due musicisti di straordinaria bravura, e con l’aiuto della musica risolvono il loro terribile contrasto. Tutto il poema è intriso di sensi allegorici e di metafore, come era usanza dell’epoca, che nascondono un sistema cosmologico fatto di colori, pianeti, modi musicali e umori. E questo sistema medievale, che ci ricorda le allegorie mistiche dell’occidente, funziona come una magìa nello sciogliere i nodi, e agisce come una specie di cura sull’interiorità dei personaggi. In qualche modo questi personaggi non sono affatto modesti come si potrebbe pensare, per esempio Shirin, regina d’Armenia, non ha affatto bisogno di emanciparsi: alla fine è lei a sottomettere il re di Persia, Khosrow, ma tutt’e due si trasformano grazie al fuoco della passione.Insomma questa storia affascina giovani e anziani perché è un ponte tra uomo e donna, oriente e occidente, poesia e musica, antico e moderno.

La soluzione dei contrasti è la sua vocazione, perché è una storia d’amore...

 Piero Grassini  
Nel corso degli anni ha studiato pianoforte, chitarra, mandolino, bouzouki e altri strumenti a corda della tradizione italiana e orientale, con l’intento di valorizzare il patrimonio comune di musica e danza di culture diverse. Da parecchi anni studia oud, tar e musica persiana con Pejman Tadayon, con cui ha suonato in diversi concerti e spettacoli, tra cui san Francesco e Rumi. Studia la lingua persiana allo scopo di tradurre la poesia mistica sufi. Ha fondato con Tito Rinesi il gruppo Dargah per diffondere il repertorio di canti e musiche sufi della Turchia, suonando in diversi concerti.
 
 Tito Rinesi 

Musicista polistrumentista e compositore, canta i brani delle tradizioni dell’India (stile Khyal e Dhrupad), dell’antica Persia, e della Turchia (in particolare quelli della cultura Sufi). Suona gli strumenti etnici a corda, come il bouzouki, il saz, il djoura, la chitarra acustica e poi l’harmonium, il daf, e il santur. Da sempre è impegnato nel cercare di promuovere l’incontro tra le tradizioni musicali di Oriente e Occidente.  Ha iniziato la sua carriera musicale già negli anni ’70 con il gruppo multimediale del “Living Music” (ispirato all’Oriente e alla Beat Generation) e poi con il gruppo progressive-rock dei“Saintjust”, con cui pubblica il disco “La casa del lago” per la EMI international; dagli anni ’80 in poi si è indirizzato decisamente verso lo studio e l’approfondimento delle tradizioni musicali orientali (principalmente l’India) e medio-orientali (principalmente la Turchia e la Persia), in seguito all’incontro con il Pandit Pran Nath, maestro di canto (tradizione Kirana del Pakistan), ma anche maestro di ricerca spirituale dei maggiori esponenti della corrente americana minimalista, come Philip Glass, LaMonte Youg, Steve Reich, Terry Riley etc.) Ha cantato nel Coro Sperimentale diretto dal compositore americano Alvin Curran, nel Coro Barocco del Centro Italiano di Musica Antica e nel coro di canto armonico “ Overtone Memories “ diretto da Roberto Laneri. Ha lavorato negli anni ’70 come volontario per l’Associazione Italiana di Musicoterapia presso l’Ospedale psichiatrico S.Maria della Pietà di Roma.

 
Giovanni Calcagno 

Attore e autore siciliano, è nato a Paternò, città ai piedi del vulcano Etna, dove ha fondato nel 2012 la Casa del Cantastorie, istituto di ricerca e formazione dedicato alla importantissima scuola di cantastorie paternesi degli anni ‘60. Studioso ed esecutore dei testi dei giullari medievali e rinascimentali, collaboratore del Museo internazionale delle marionette Pasqualino di Palermo, Calcagno si è occupato per anni della traduzione dei miti greci e latini sempre con l’obiettivo di renderli comprensibili e vicini al pubblico delle nuove generazioni. Nel suo spettacolo Straniero di Sicilia ha affrontato in lingua originale testi di poeti latini, greci e arabi nati in Sicilia durante le dominazioni susseguitesi nei secoli, con la convinzione che la poesia è la prova della comunione di sensibilità degli esseri umani. Ha studiato, tradotto e portato in scena in collaborazione con il dipartimento Antico Oriente dell’Università di Milano l’Epopea di Gilgamesh, il più antico poema del mondo. Ha lavorato sugli haiku di Issa e messo in scena per l’Istituto orientale di Milano testi della nuova narrativa giapponese. Ha raccontato e pubblicato nel suo libro Tre mele cadute dal cielo, 54 fiabe e leggende caucasiche. Ha riscritto in versi i capolavori di Saint-Exupery, il Piccolo Principe. Ha lavorato e messo in scena la versione integrale della Chanson de Roland, affrontando la dolorosa questione della nascita del concetto di guerra di civiltà. Nel documentario di Giovanna Taviani, Cuntami, presentato alla Mostra internazionale del cinema di Venezia, è stato incluso tra i cinque più importanti narratori di Sicilia contemporanei. Insieme alla regista Alessandra Pescetta coordina l’attività della casa dei santi. Al cinema è stato vincitore di un ciak d’oro per il film. Si può fare e di un globo d’oro per il film Paradise. Ha finora interpretato più di cinquanta pellicole dirette fra gli altri da Marco Bellocchio, Matteo Garrone, Mario Martone e Danny Boyle.

 

 

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria sulla piattaforma online del XLVII FESTIVAL DI MORGANA: www.festivaldimorgana.it

 

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